Wave 2024 è dedicato all’architettura, alle città e ai territori visti nel loro costruirsi e trasformarsi in relazione al movimento umano, in particolare allo spostarsi a piedi.
L’attività del camminare rappresenta da sempre una delle forme essenziali di interazione con il mondo, è modalità primordiale di acquisire consapevolezza dello spazio e cognizione del territorio. Nell’uso linguistico il termine possiede una dimensione figurata che tende a prevalere su quella letterale, offrendo la più fortunata e versatile metafora riferibile alla vita umana tout court. Nella sua declinazione spirituale diventa sinonimo di ricerca e conoscenza, segue percorsi lineari o ramificati, retta via o vagabondaggio. Fino al prevalere della valenza erratica, spostamento ‘senza possibile riposo’, esule e ramingo, più condizione imposta che intenzionale, più un ‘muoversi da’ che un ‘andare verso’.
Assai ricco è pure il ventaglio di sfumature che l’azione può assumere e le immagini di volta in volta associabili: esplorazione, pellegrinaggio, marcia, passeggiata, deriva, sono tutte declinazioni in grado di evocare altrettanti tipi di spazi. Alcuni più compressi, altri più rarefatti, alcuni prettamente urbani, altri legati a una condizione di orizzonte lontano. Spazi percorsi dal corpo individuale, in modi intimo e personale, o spazi attraversati da moltitudini di corpi, secondo forme collettive più o meno ritualizzate. Seguendo traiettorie fisiche o stabilendo relazioni visive. Coprendo grandi distanze o intensificando l’uso del suolo.
Allo stesso tempo il camminare costituisce una delle condizioni essenziali dell’interazione sociale: favorisce incroci e incontri, permette avvicinamenti e allontanamenti, dà configurazione spaziale alle molteplici articolazioni del dialogo. Non è un caso che numerose siano le esperienze recenti che, proprio sull’introduzione o sulla promozione della pedonalità, basano processi di rigenerazione di parti più o meno ampie di città e territori. Non si tratta tanto del fatto che il tempo dello spostamento a piedi – siano essi 5, 15 o n minuti – può diventare unità di misura per ridistribuire funzioni e pianificare sistemi urbani o territoriali. È piuttosto la ridotta velocità a essere messa in relazione, in termini qualitativi, con l’intensificazione dell’esperienza spaziale e sociale, offrendo l’opportunità di esplorare nuovi modi possibili per la vita collettiva del prossimo futuro.
Oggetto di indagine di Wave 2024. Walkable Architectures è proprio la trasformazione o la costruzione di architetture, parti di città o di territori sulla base dell’essere attraversati ed esperiti camminando. Siano esse oggetto di esplorazioni, pellegrinaggi, marce, passeggiate, derive, o delle numerose altre declinazioni possibili che emergeranno dai lavori dei 16 atelier. Ancora una volta, come è ormai tradizione per Wave, Venezia con i suoi 194 chilometri di percorsi pedonali è chiamata a testimone, sorta di atlante a cielo aperto delle molteplici forme in cui le relazioni umane possono prendere corpo architettonico in una città interamente ‘camminabile’. Il luogo in cui si svolge il workshop, allora, non è soltanto un suggestivo sfondo, ma – almeno nelle intenzioni – vera e propria ‘scena a reazione poetica’.
Andrea Iorio
coordinatore Wave 2024